Questo articolo l’ho voluto scrivere perché troppe donne ancora basano e prendono come fonte di assoluta verità i risultati che ottengono con la BIA (-> bioimpedenziometria)
Vediamo intanto, a carattere molto generale, cos’è e come si attua
Essa è un’apparecchiatura che stima il nostro stato corporeo grazie al passaggio di una corrente alternata nel corpo tramite 4 elettrodi posti due sulla mano e due sul piede (già questo dovrebbe eliminare tutte le fantomatiche bilancie che si trovano in giro, dalle farmacie ai centri dimagranti passando per palestre più “in”).
Questo passaggio di corrente attraverso le varie parti del nostro corpo è facilitato, o meno, dalla presenza di acqua, infatti la massa magra solitamente ha un’idratazione del 72/73% (e ribadisco che massa magra non è solamente muscolo, MA TUTTO ciò che NON è tessuto adiposo, quindi ossa, organi, muscoli, ecc), mentre la massa grassa intorno al 10%.
Quindi, in un gioco di conduzione e di alta o bassa resistenza (resistenza e reattanza), si riesce a fare una stima dello stato nutrizionale del soggetto e della composizione cellulare dell’organismo
E tutto fin qui sempra quasi perfetto, faccio la BIA così conosco i kg di massa magra, di massa grassa, il mio stato di idratazione, l’acqua intra ed extracellulare ecc…
MA non è così, purtroppo è un esame che ha spesso una GROSSA PERCENTUALE di errore, perché rimane dipendente da molti fattori ed accorgimenti che spesso non vengono nemmeno suggeriti al paziente dalla stessa figura medica, come preparazione allo stesso
- la stima della massa grassa è attendibile SOLO se il soggetto è in uno stato di NORMOIDRATAZIONE, cioè con acqua extracellulare tra il 40 ed il 45 % (il che si traduce nel bere quotidianamente almeno 2 litri di acqua)
- bisogna presentarsi a digiuno (devono essere trascorse almeno 3 ore dall’ultimo pasto)
- non bisogna ingerire grandi quantità di liquidi subito prima della valutazione
- non bisogna assumere caffé o altre bevande eccitanti nelle 4 ore che precedono il test
- non bisogna assumere bevande alcoliche nelle 24 ore precedenti il test
- non bisogna praticare sport nelle 12 ore che precedono il test
- non bisogna fare saune nelle 12 ore che precedono il test
- è necessario eliminare l’urina nei 30 minuti precedenti la valutazione
- i giorni più indicati per effettuare la valutazione sono i PRIMI GIORNI del ciclo mestruale
- non bisogna utilizzare diuretici da almeno 7 giorni
- bisogna essere in condizioni di riposo fisico da ALMENO 8/10 ore
- non bisogna essere ammalate, né sottoposte a terapie farmacologiche con diuretici o simili
Oltre a questi parametri, già di per sè complessi, occorre ben valutare l’apparecchiatura utilizzata dal “professionista” a cui ci affidiamo per la BIA
Quelle più accreditate stimano:
-
BMC
(ovvero la massa cellulare, che è indice dello stato di nutrizione del paziente –> se aumenta stiamo aumentando il muscolo, se diminuisce siamo in uno stato di sarcopenia)
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TBW
(total body water, ovvero l’acqua totale del nostro organismo)
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BCMI
(rapporto tra massa cellulare ed altezza del soggetto –> valori inferiori ad 8 indicano uno stato di malnutrizione)
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PA
(rapporto tra resistenza e reattanza e rappresenta un valore che riassume le capacità bioelettriche del corpo, e dovrebbe essere tra 6 e 7 –> valori inferiori indicano ritenzione idrica o rottura delle cellule)
-
Na/P
(rapporto sodio/potassio –> valori sotto lo 0,6 indicano una forte disidratazione)
I risultati NON devono mai essere presi come verità assoluta e sacrosanta, ma confrontati sempre con altri parametri, come:
- la nostra immagine allo specchio
- le nostre circonferenze
- le pliche
Nonostante questi punti facciano presagire un’inefficienza di base della BIA, non bisogna lo stesso reclutarla come esame da evitare del tutto, anzi.
Nel campo dell’allenamento, se opportunamente inserito, il test lo si potrebbe ripetere in un tempo che varia da ogni 2 mesi ad ogni 6 mesi, in base agli obiettivi del soggetto.
Questa valutazione risulterebbe molto utile per una programmazione di un corretto workout (migliorare la scelta dei carichi da far utilizzare e gestire i tempi di recupero), per il controllo dello stato di idratazione del soggetto (molto legato alla performance sportiva, in quanto una insufficiente idratazione cellulare porta ad uno stato di stanchezza) e per sviluppare un corretto programma alimentare.
Monitorando poi la Massa Cellulare Attiva si può capire se il soggetto sta andando verso una situazione di overtraining evitando, in questo modo, situazioni di catabolismo muscolare che inficerebbero tutto un lavoro di costruzione svolto in sala pesi.
Ecco che, quindi, come ogni strumento a disposizione per valutare la composizione corporea, se utilizzato in un contesto specifico e con le opportune modalità, può diventare un valido alleato nel percorso di bodybuilding.