Questo è un argomento che, ancora oggi, suscita molta confusione ed opinioni troppo discordanti (anche da taluni nutrizionisti ahimé):
ma dove sta la verità?
Le motivazioni spesso accompagnate all’affermazione che tale pasto sia fondamentale sono che il cervello avrebbe bisogno di questo combustibile per “mettersi in moto” ed, allo stesso tempo, pure il nostro corpo ne richiederebbe l’assunzione, pena la letargia per tutta la mattina.
Mi spiace contraddire (o forse no) questa eterna convinzione, ma la fisiologia di base e le ricerche effettuate sull’esercizio fisico svolto in condizioni di digiuno affermano l’esatto opposto.
Partiamo da alcuni dati semplici, ovvero che in un soggetto SANO la glicemia si mantiene sempre nel range tra i 60 ed i 120 mg/dL circa … Dopo il digiuno notturno, al risveglio, la nostra glicemia sarà tra i 70 ed i 100 mg/dL (quindi già solo questo dato fa capire che quando ci alziamo NON siamo in uno stato di IPOGLICEMIA, essa si manifesta solo dopo 24 ore di digiuno!)
In secondo luogo il nostro corpo, macchina super efficiente che ci ha permesso di sopravvivere a periodi di carestie (chissà come avrebbe fatto se dipendessimo così tanto dagli zuccheri e dalla colazione) ha un METABOLISMO FLESSIBILE (in soggetti sani sempre) che, in assenza di carboidrati, è tranquillamente in grado di shiftare il proprio consumo in favore degli acidi grassi liberi.
Anche in caso di attività intense effettuate la mattina senza aver fatto colazione, il nostro corpo riesce tranquillamente a mantenere la glicemia stabile nei primi 60-90 minuti, semplicemente usando le scorte di glicogeno presenti nei muscoli (cosa anche assai gradita perchè tutto ciò che mangeremo dopo, di carboidrati, andrà direttamente a ripristinare tali scorte prima di essere in caso trasformato in trigliceridi)
Il principale organo del nostro corpo che è GLUCOSIO-DIPENDENTE è il cervello, nel senso che normalmente richiede circa 120gr al giorno di glucosio e non è in grado di utilizzare i grassi a scopo energetico. Ma, anche in questo caso, si andranno ad utilizzare le scorte di glicogeno nel fegato (solo utilizzando le scorte di tale organo si riesce a coprire il fabbisogno glucidico per circa 24 ore!)
Non mi soffermo anche a spiegare che esistono ulteriori meccanismi per ottemperare a mancanze di glicogeno superate le 24 ore (chiamatisi chetoni), ma questo per farvi capire che POSSIAMO SOPRAVVIVERE TRANQUILLAMENTE anche senza la colazione della mattina.
ANZI, questa prassi sarebbe in alcuni casi anche auspicabile, soprattutto in chi non protrae mai digiuni oltre le 12-14 ore (condizione essenziale per depletare il glicogeno epatico) ed in chi, quando salta la colazione, ha delle sensazioni di giramenti di testa o abbassamenti di forza.
Questi soggetti, al 90% delle volte, non hanno più la FLESSIBILITA’ METABOLICA, ovvero il loro metabolismo, in assenza di glucosio, non è in grado di spostarsi verso il consumo di grassi, e questo nel tempo può portare un peggioramento sulla sensibilità insulinica.
La flessibilità metabolica, quindi, altro non è che la condizione fisiologica necessaria al nostro corpo per poter passare dall’utilizzo del glicogeno a scopo energetico a quello lipidico.
Quando noi terminiamo le scorte di “zuccheri” sia nel fegato che nel tessuto muscolare, il sistema energetico dovrà per forza attingere ad un’altra fonte per fornirci energia … e la principale altra fonte da cui ottenere ciò è il TESSUTO ADIPOSO.
Ora, in quest’ottica, capite bene che fare terminare le scorte di glicogeno è molto utile per intaccare finalmente gli adipociti ed utilizzarli!
Il fatto di avere repentine mancanze di energia o mal di testa in occasione di pasti saltati, può essere un chiaro sintomo di mancanza di tale flessibilità, ovvero il nostro corpo non sa passare da un sistema energetico all’altro, ma è troppo abituato ad avere sempre e solo carboidrati a disposizione!